Del 09/05/2023
Con la firma dell’atto costitutivo inizia ufficialmente il progetto per il Centro Nazionale per la mobilità sostenibile.
Il progetto nasce con il dichiarato fine di rendere più sostenibile il settore dei trasporti e sostenere la transizione sostenibile del Paese; sarà il risultato di un'eccezionale collaborazione tra pubblico e privato. Sono quasi cinquanta le realtà coinvolte: a partire dalle università e dai poli di ricerca - come il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” - fino ad arrivare ad imprese pubbliche e private - come Poste Italiane o Iveco Group. Soltanto nei primi tre anni, verranno stanziati complessivamente quasi 400 milioni di euro e saranno quasi settecento i ricercatori che si dedicheranno al progetto.
Le iniziative a favore della transizione digitale e sostenibile dell’Italia sono tante, incluse quelle rivolte alle realtà imprenditoriali, che possono contare anche su validi strumenti a supporto della gestione quotidiana delle attività. Scopriamo di più.
Il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (Most) dovrebbe essere una risposta concreta ai bisogni di crescita del settore trasporti, che si stima raggiungerà un valore complessivo di 220 miliardi di euro entro il 2030. Un altro dato da non sottovalutare - soprattutto considerando le scadenze del nuovo Green Deal - è quello relativo alle emissioni: il settore trasporti è responsabile di circa il 30% delle emissioni di CO2 nel nostro Paese, e dunque rappresenta uno dei settori su cui c’è più bisogno di lavorare per rispettare i limiti imposti dagli accordi di Parigi.
Il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile nasce, quindi, per rispondere alle esigenze di un settore in forte crescita, supportando soprattutto temi legati a ricerca, innovazione tecnologica, formazione e competenze.
A tal proposito, sono stati individuati diversi campi d’indagine che rappresentano i vettori di maggiore interesse del progetto: mobilità aerea, veicoli stradali sostenibili, trasporto per vie d’acqua, trasporto ferroviario, veicoli leggeri e mobilità attiva.
Il Centro sarà strutturato secondo il modello Hub & Spoke, ovvero con un punto centrale che avrà sede a Milano ed altri 14 punti di snodo distribuiti in modo capillare dal Nord al Sud del Paese, a garanzia di quel riequilibrio territoriale alla base delle iniziative indicate dal PNRR.
E a conferma di ciò, come possiamo leggere nel documento diffuso dal Ministero dell’Università e della Ricerca, il 41% del finanziamento concesso sarà dedicato totalmente al Sud.
Quello dedicato alla mobilità sostenibile, però, è soltanto uno dei cinque centri che vedranno la luce nei prossimi anni in Italia. Entro il 2027 nasceranno altri centri per sviluppare la ricerca di frontiera su ambiti tecnologici diversi dalla mobilità, legati alle tematiche contenute nel PNRR e menzionate nelle direttive europee del nuovo Green Deal.
Gli altri quattro centri di ricerca che nasceranno nei prossimi anni riguarderanno i seguenti temi: simulazioni, calcolo e analisi dei dati ad alte prestazioni, tecnologie dell’Agricoltura, sviluppo di farmaci con tecnologia a RNA e terapia genica, biodiversità.
La mobilità sostenibile per essere definita tale deve tenere conto di diversi fattori ambientali senza perdere di vista l’efficienza, la praticità e la velocità di spostamento delle persone e delle merci. Perché se da un lato è vero che dobbiamo essere pronti a cambiare qualcosa nelle nostre vite per combattere la crisi climatica, dall’altro questo cambiamento deve avvenire in sinergia con i tempi e i processi del mondo moderno globalizzato.
Sempre più aziende si servono di numerose flotte di veicoli per la gestione delle loro attività aziendali, ma la presenza di mezzi di trasporto sostenibili spesso non basta a rendere totalmente efficiente la flotta: per questo c’è Fleet.
Fleet è un sistema di localizzazione per flotte aziendali, perfetto per la tutela dell’ambiente e del fatturato. Le sue funzionalità consentono, ad esempio, di:
controllare i consumi di carburante in tempo reale;
associare mezzo e/o operatore mediante badge RFID;
rilevare in tempo reale la posizione dei veicoli, anche da remoto;
eseguire la telelettura dello strumento fiscale automaticamente.
Fleet rappresenta un valido strumento di supporto per la gestione quotidiana della flotta aziendale, capace - inoltre - di anticipare e favorire la transizione digitale e sostenibile delle aziende.
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